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Il turismo extra alberghiero è un mercato in crescita: per battere la concorrenza bisogna usare al meglio le piattaforme digitali dedicate. E tutelarsi sempre

Oggi bastano un pc, un tablet o uno smartphone per affittare una casa per le vacanze. L’affitto breve viene scelto sempre più spesso come alternativa alla tradizionale sistemazione in albergo, delineando un trend in forte ascesa con circa 500 mila beni immobili interessati in Italia nel 2017. E questo anche perché si tratta di una vantaggiosa opportunità di business, alla portata di tutti. A patto, ovviamente, che vengano adottate le adeguate precauzioni per fronteggiare al meglio gli imprevisti legati alle locazioni lampo. A diffondere queste cifre è l’Osservatorio sugli affitti a breve termine in Italia di Halldis, società specializzata da oltre 15 anni nel settore degli affitti brevi: nel 2017 i soggiorni al di sotto dei 30 giorni sono aumentati a Milano dell’1,5%, a Roma del 2%, a Firenze dell’11%, a Bologna del 12%. Ma quanto si può arrivare a guadagnare? Halldis stima una media di 8 mila euro l’anno, al netto di tasse e costi di gestione.

Airbnb, leader del settore, genera in Italia più di 600 milioni di euro l’anno di ricavi (Il Sole 24 Ore, 2017). Nel contempo, crescono ogni anno quei soggetti che si occupano di ottimizzare gli annunci, le tariffe e di gestire gli immobili per conto dei proprietari, come Italianway o Sweetguest. Tuttavia, in molti preferiscono occuparsi in prima persona della propria casa da affittare, al fine di massimizzare i profitti. Tenendo sempre presente che, secondo la legge, l’affitto breve riguarda solo i contratti di locazione di immobili a uso abitativo situati in Italia, di durata non superiore a 30 giorni e stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa.

Per avere successo è fondamentale conoscere innanzitutto pregi e difetti delle varie piattaforme. A cominciare dai costi. Gli annunci su Airbnb e su Booking, i due principali riferimenti del settore, sono gratuiti, mentre alcune piattaforme come HomeAway richiedono il pagamento di un abbonamento in cambio di visibilità internazionale, gestione delle prenotazioni e pubblicazione di foto ad alta risoluzione (270 euro l’anno, senza commissioni sulle tariffe giornaliere). E proprio le commissioni trattenute dai portali rappresentano una variabile da valutare attentamente: Airbnb trattiene solo il 4% (dato medio, può subire maggiorazioni ad esempio se si applicano termini di cancellazione molto rigidi), mentre con Booking si sale al 18% e con 9flats, altro nome del settore attivo in Italia, si va dal 12% (se si accettano le prenotazioni immediate) al 15% se si richiede al cliente una prenotazione anticipata. Per quel che riguarda le tasse, l’introito può essere sottoposto a regime Irpef o a quello della cedolare secca al 21%. La legge impone all’intermediario di incassare e girare direttamente all’Agenzia delle entrate il 21% di ogni transazione.

Essere informati su questi aspetti è di estrema importanza per capire quanto può rendere questa attività. Ma per avere successo nel settore degli affitti brevi è opportuno anche valutare con attenzione l’impegno necessario. Ogni ospite va accolto e congedato, occorre rimanere reperibili in caso di imprevisti e occuparsi della pulizia tra un soggiorno e l’altro, oltre che della manutenzione. In più, è obbligatorio tenere aggiornato il registro presenze della Polizia di Stato, comunicando online i nominativi dei propri ospiti entro 24 ore dal loro arrivo. È importante anche aggiornare su tutte le piattaforme il calendario delle disponibilità, per evitare accavallamenti o spiacevoli incomprensioni. Se la casa vacanza si trova all’interno di un condominio, infine, è buona norma stampare un riassunto in più lingue delle principali regole condominiali, per mantenere buoni rapporti con il vicinato.

Naturalmente, diventa indispensabile dotarsi di una copertura assicurativa per tutelarsi da imprevisti e incidenti, sia ai locali dell’abitazione e ai beni contenuti. Meglio ancora se la polizza offre assistenza tecnica e soluzioni per le emergenze per vivere con serenità i possibili imprevisti domestici. Come? Grazie al servizio di pronto intervento di un fabbro, elettricista o idraulico in tempo reale, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, e all’estensione della garanzia fino a 6 anni dall’acquisto (dal termine della garanzia di legge) per l’assistenza e riparazione degli elettrodomestici “bianchi” (come frigorifero o lavatrice). Tutto gestibile tramite l’app AllianzNOW.