Non c’è bambino che non desideri avere un animale. Prima di cedere alla richiesta, però, occorrono serie valutazioni. Perché se da un lato è vero che crescere con un cucciolo affina le capacità empatiche, rafforza il senso di organizzazione e responsabilità e aiuta a gestire situazioni di stress (come ad esempio l’arrivo di un fratellino o un cambio di casa), dall’altro lato un cane, un gatto o un coniglietto ha bisogno di rispetto, cura e affetto giorno dopo giorno. «Un cucciolo non è un giocattolo che oggi guardi e domani metti da parte perché sei stufo – commenta Roberto Marchesini, etologo e direttore dell’Istituto di Formazione Zooantropologica SIUA (Scuola Interazione Uomo-Animale), che promuove in tutta Italia corsi di formazione -. Bisogna pensarci su, anche molto bene, tenendo presente che quella evolutiva è l’età delle montagne russe in cui i bambini alternano momenti di crisi a improvvise aperture al mondo. Slanci d’affetto a gesti di repulsione». Prima dei 5 anni, poi, è difficile che un bambino abbia autocontrollo ed empatia sufficienti per gestire, per esempio, un cane o un gatto. Ecco perché è importante saper scegliere l’animale giusto da accogliere in famiglia, basandosi sulle sue caratteristiche e su quelle degli altri piccoli di casa. Con una raccomandazione che vale per tutti: «l’interazione del bambino con l’animale va sempre sorvegliata da un adulto». Per tutelarsi da possibili danni a terzi causati dal cucciolo di casa, poi, si può sottoscrivere una polizza specifica, ancora meglio se abbinata a un’assicurazione sulle emergenze in casa che rimborsi una visita veterinaria.
Fare entrare un cucciolo in casa può aiutare il bambino a crescere bene, ma ogni animale ha le sue esigenze. Eccole